AD UNA COPPIA TIFERNATE IL CONTRIBUTO PIÙ ALTO DEL BANDO DELLA ZONA SOCIALE 1 PER FAMIGLIE NUMEROSE

AD UNA COPPIA TIFERNATE IL CONTRIBUTO PIÙ ALTO DEL BANDO DELLA ZONA SOCIALE 1 PER FAMIGLIE NUMEROSE

18 Feb 2021

CITTÀ DI CASTELLO – Ha 8 figli la coppia di tifernati che ha ricevuto il contributo più alto, 900 euro, nell’ambito del bando della Zona Sociale 1 per le famiglie numerose del comune di Città di Castello: “Delle 79 domande pervenute – dichiara l’assessore alle politiche sociali Luciana Bassini – per ora il fondo della Regione Umbria ne può finanziare 29: i nuclei che ne beneficeranno sono di Città di Castello ma anche di Umbertide, Pietralunga e San Giustino Sono contributi di importo diverso: il più alto, pari a 900 euro, andrà ad una famiglia che ha 8 figli. di cui 6 ancora minori”. “Le risorse del bando – prosegue la Bassini – erano di 15.000 euro, auspichiamo che sia finanziato perché anche se si parla di inverno demografico c’è ancora chi investe nelle future generazioni e la legge regionale ha tra le sue benemerite finalità quella di sostenere il maggiore carico nel lavoro di cura ed educativo, attraverso un sostegno economico delle famiglie con almeno 4 figli. Naturalmente questa misura rappresenta soltanto uno degli strumenti con cui l’Amministrazione comunale sta vicino ed aiuta le famiglie nelle funzioni di crescita equilibrata e serena in caso di difficoltà economiche o di altro tipo. In questo momento ad esempio sono in distribuzione i contributi per il “Noinsieme” che finanzia i beni di prima necessità, il “Family Tech” per abbattere il divario digitale, i buoni spesa tecnologici per le famiglie che hanno subìto decurtazioni del reddito a causa dell’emergenza sanitaria. Riteniamo però che un’iniziativa focalizzata sulle famiglie numerose sia importante e dia una risposta ad una domanda da parte del territorio. I numeri delle richieste, 79 domande di cui 50 ancora da evadere, debbono farci riflettere sull’opportunità di incrementare il fondo come misura autonoma della Zona Sociale 1, perché fa leva su un modello di famiglia che sfugge al welfare ordinario. È in fondo una sorta di quoziente familiare che viene applicato alla realtà locale e che indirettamente costituisce un riconoscimento di questa tipologia di unione, sempre più rara ma ancora presente e vitale”.