
23 Giu 2020
Importante decisione dell’ ANBSC Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata. Approvati i criteri per l’assegnazione diretta al Terzo Settore di beni immobili confiscati in via definitiva.
Si tratta dell’approvazione dei criteri per il primo bando d’assegnazione diretta al Terzo Settore. E’ Bruno Frattasi, direttore dell’ ANBSC Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati
alla criminalità organizzata, a illustrare il recentissimo provvedimento. Il bando potrebbe interessare “più di 2000 / 3000 unità immobiliari. Diamo attuazione alla riforma del Codice Antimafia, 2017”. Un radicale cambiamento.
Gli enti e le associazioni del Terzo Settore interessati al bando possono presentare progetti di funzionalizzazione e di recupero dei beni, come spiegato dall’ ANBSC Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di progetti riferibili a cinque aree tematiche: sociale, ricerca/occupazione, salute/prevenzione, cultura,
sicurezza/legalità. Dunque un’importante presa di posizione, che valorizza i soggetti appartenenti al Terzo settore, nell’ottica della sussidiarietà e di solidarietà, valori ispiratori della normativa sui beni confiscati alle mafie. Una clausola preferenziale è prevista per le
iniziative progettuali in materia di welfare sociale, sostenute da amministrazioni locali, con una partnership che preveda anche la disponibilità ad acquisire la proprietà del bene.
Finanziamenti dei progetti particolarmente meritevoli: il bando prevede, per questi, un contributo fino a 50.000 euro, a valere sulle risorse dedicate dalla ultima legge di Bilancio che ha stanziato per il triennio 2020-2022 un milione di euro per ciascuna annualità. “La
nostra applicazione della recente norma del Codice Antimafia è indirizzata a tutti i soggetti del Terzo Settore che indirizzeranno i loro progetti a scopi sociali come: consultori, centri per disabili, centri per il disagio giovanile, nonché progetti per scopi culturali. Il bando prevede condizioni di ammissibilità da verificare nel merito, ma anche dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Il nostro contributo, oltre al bene immobile messo a disposizione, consisterà anche in somme in denaro già finanziate per questo triennio” – spiega Bruno
Frattasi, direttore dell’ ANBSC Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.
Apprezzabile lo sforzo dell’agenzia, che interviene sui beni confiscati alle mafie per garantirne la piena utilizzazione al Terzo Settore, a fini sociali, di promozione di attività economiche non profit. Fra il 2010 e il 2018 sono stati sequestrati o confiscati dalle forze dell’ordine oltre 65.000 beni mobili, immobili, aziende e conti correnti. Tuttavia, da quando esiste la legge “Rognoni-La Torre”, i beni riassegnati sono stati solo 15.000, di cui 12.000 a Comuni, Province e Regioni. Davide Pati, responsabile “Libera”, afferma che “il patrimonio tolto alle organizzazioni criminali di tipo mafioso può diventare un’opportunità per gli enti del Terzo Settore. Sono possibili attività di promozione sociale, di accoglienza e di accesso lavorativo per le persone più fragili, ma anche per servizi culturali. Punto debole: l’ ANBSC Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati ha poche risorse per svolgere tale enorme compito: questo allunga i tempi per l’assegnazione. Gli enti regionali e locali possono programmare un supporto per le reti del Terzo Settore che utilizzano i beni confiscati, costruendo reti territoriali di accompagnamento”.
Michele Baldoni