
16 Nov 2020
Naufragio nel Mediterraneo, 11 novembre 2020. Cento persone nel gommone, tra cui donne e bambini. Almeno sei vittime tra i migranti. Momenti drammatici e interventi della ong Open Arms. “Chi si trova in difficoltà va salvato” – l’appello dell’operatrice legale della ong Open Arms , Valentina Brinis.
Il presidente Open Arms Italia, Riccardo Gatti, ha dichiarato via twitter che i soccorritori “stanno tentando di recuperare circa 100 persone tra cui bambini e un neonato. L’imbarcazione ha ceduto, è quello che accade quando si abbandonano per giorni le persone in mare. Continuiamo, cercarndo di portare a termine le operazioni di soccorso. Purtroppo siamo sul posto da soli, due lance rapide, sei soccorritori, a bordo della nave si cerca di fare il possibile. Questo ennesimo naufragio nel Mediterraneo dimostra quando sia necessaria un’operazione congiunta immediata a livello europeo. Riprendere il soccorso in mare, bisogno immediato di corridoi umanitari”.
L’imbarcazione di migranti si troverebbe in acque internazionali, afferma Open Arms. Nella specifica area, sempre mar Mediterraneo, non sarebbero presenti né la guardia costiera libica né quella italiana. “Mentre siamo intervenuti per il naufragio, abbiamo avuto altre tre segnalazioni” – ha spiegato la ong. Un dramma che purtroppo continua a ripetersi, in questi anni, tra il Vecchio Continente, il Medio Oriente e il Nordafrica.
“Purtroppo nel 2020 c’è ancora bisogno di noi perché l’Europa intera non ha finora messo a punto un sistema davvero efficace di ricerca e di soccorso. C’è l’urgenza di sbloccare le barche delle organizzazioni che oggi sono impossibilitate a operare” – afferma l’operatrice legale della ong Open Arms , Valentina Brinis. E’ la stessa operatrice legale della ong, inoltre, a lanciare un appello. “Chi si trova in difficoltà, va salvato. Questo orienta l’azione dei medici, degli infermieri e di tutti quelli che a terra, in questi mesi, stanno affrontando una sfida epocale. La guardia costiera italiana in queste ore si è mostrata molto vicina al nostro equipaggio e alle richieste avanzate. Sembrava quasi di essere tornati allo spirito di collaborazione che aveva contraddistinto la modalità operativa fino al 2017”.
Michele Baldoni