
21 Gen 2021
CITTÀ DI CASTELLO – Approfondimento sull’usura in una riunione congiunta delle commissioni Programmazione, Assetto del territorio e Servizi del Comune di Città di Castello: ospiti della stessa il presidente della Fondazione Umbria contro l’usura Fausto Cardella ed Enrico Bianchini, rappresentante del Comune in seno alla Fondazione.
“Un invito molto gradito – ha detto in apertura dei lavori il sindaco Luciano Bacchetta – quello al presidente Cardella, che abbiamo avuto spesso come interlocutore illustre e fortemente impegnato sulle tematiche della legalità. La sua presidenza della Fondazione Umbria contro l’usura è un grande segnale di attenzione soprattutto in un momento critico sul versante economico per tante piccole e medie imprese, messe alla prova dal Covid. In questo scenario il fenomeno dell’usura potrebbe crescere e dobbiamo fare di tutto per prevenire le condizioni che l’agevolano. Ringrazio chi ha organizzato questo momento ed Enrico Bianchini, professionista e rappresentante del Comune in seno alla Fondazione”.
La Fondazione nasce il 30 gennaio 1996 a Perugia allo scopo di soccorrere e prestare assistenza, anche legale, alle vittime dell’usura ed a coloro che, per le particolari condizioni in cui versano, possono cadere nella rete dell’usura, nonché di porre in essere ogni iniziativa idonea alla prevenzione del fenomeno, cercando al contempo di promuovere la cultura della legalità. Tra i suoi compiti figurano il sostegno ed aiuto alle vittime del reato di usura, il supporto, anche attraverso fideiussioni, a persone e famiglie a rischio, il rilascio di garanzie alle banche per la concessione di finanziamenti a soggetti a rischio di usura, la messa a disposizione di una tutela legale gratuita a mezzo di propri esperti, la promozione della cultura della legalità.
Tra i soci figurano Regione, Province, Comuni (tra cui Città di Castello), sindacati, associazioni di categoria e le Diocesi umbre. La sede è a Perugia in Via D’Andreotto 29/B – tel. 075/5001625 – 800211595 – antiusura@regione.umbria.it
Fausto Cardella, a lungo Procuratore generale di Perugia ed oggi presidente della Fondazione Umbria contro l’usura, ha detto: “Non sono stato sorpreso dell’invito del sindaco, perché Città di Castello è ed è stata molto sensibile ai temi della legalità. A questa città mi lega anche l’apprezzamento per iniziative turistiche e culturali, che seguo da sempre con piacere. Purtroppo in questo momento il Covid si innesta in una situazione difficile. L’Umbria ha un Input, ovvero l’indice di permeabilità all’usura nei territori, medio basso ed in linea con il Centro Italia, ma c’è una diversità tra la provincia di Perugia con un input di 35,79, che è sotto la media nazionale di 44,02, e la provincia di Terni che si colloca su 47,72. Siamo nella media per i protesti pro capite, altra spia della situazione: l’Umbria si colloca al di sopra del valore nazionale di 232 persone: siamo infatti a 272 ed ancora una volta la provincia di Perugia è leggermente avvantaggiata rispetto alla provincia di Terni”.
“Sono dati – ha proseguito – che ancora non risentono del fattore Covid, ma non bisogna trascurare il cosiddetto fenomeno della migrazione usuraria nelle zone di confine come Città di Castello, nelle quali è più facile che la gente, per riservatezza, ricorra agli usurai oltre il confine regionale: in questo senso la Guardia di Finanza qui è stata molto vigile. Ricordiamo un’operazione molto importante del 2017 che ha debellato un centro di usura. Il Comune di Città di Castello è uno dei pochi che versa la quota annuale alla Fondazione. Le richieste di assistenza alla Fondazione Umbria contro l’usura nel 2019 sono state circa 80; da parte di persone residenti nel comune di Città di Castello sono state 3, ancora in fase di istruttoria, un’azienda e due buste paga, ovvero due dipendenti. L’usuraio oggi si nasconde spesso dietro un abito blu e una posizione rispettabile, quindi è più difficile riconoscerlo. Ci sono 3 tipologie di usura: quelle delle associazioni criminali tipo mafia, camorra e ndrangheta, c’è l’usura di quartiere e l’usuraio della porta o della regione accanto, ma c’è anche l’usura delle società finanziarie che chiedono interessi usurai e dai quali è più difficile difendersi. Quest’ultimo tipo è in crescita specialmente oggi, con gli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria. Attualmente però, dopo la modifica del Codice Penale, il tasso usuraio viene punito e lo stato di bisogno rappresenta un’aggravante. L’usura spesso è un segno della presenza della compagine mafiosa, che se ne serve per penetrare in un territorio. Per un imprenditore in difficoltà è difficile resistere, specialmente quando non ha alternative, non ha linee di credito o liquidità ed è costretto a cedere quote di azienda o di proprietà. Qui in Umbria siamo in una posizione difendibile ed allora mi viene da dire: difendiamoci, perché la connessione tra usura ed attività mafiosa non è stata processualmente dimostrata. Le forze di polizia e la magistratura sono riuscite ad intervenire in tempo, fermando i tentativi di radicamento sul territorio che continuano ad esserci. L’usura di quartiere è forse la più diffusa, più strisciante però è quella più nota; l’usura bancaria, l’usura cioè della società finanziarie. La repressione per combattere l’usura non è sufficiente. La Fondazione, voluta da Assuero Becherelli, personalità del sindacalismo e della politica umbri, in questo senso è un osservatorio da cui emerge la difficoltà, acuita dal Covid, di tante categorie. Secondo i dati della Federazione Autonoma Bancari Italiani, in Umbria sono state presentate quasi 6.000 domande pari all’1,6% del totale nazionale, per 270.7790.495 euro per i ristori. L’Umbria si pone nella classifica nazionale al sesto posto tra le regioni italiane, comprese le più colpite dal Covid. La fragilità è precedente all’emergenza sanitaria. Un nodo importante, anche nell’ambito dei decreti Ristori, sono le procedure, perché quando arrivano al livello delle banche poi con difficoltà si erogano i fondi. La Fondazione Umbria contro l’usura può lavorare molto su questi versanti: uno stanziamento di 10.000 euro ha salvato situazioni ad alto rischio di usura. Per statuto concediamo fideiussioni e garanzie quando ci sono casi o rischi di usura concreti. Le 3 linee di intervento sono: l’assistenza anche economica per chi denuncia, la prevenzione e procedure snelle. C’è poi l’aspetto culturale: la ludopatia è una delle cause maggiori di ricorso all’usura, capace di mettere in ginocchio famiglie intere. Su questo è necessario un grande lavoro culturale su tutti i piani istituzionali”.
Questi i vari interventi:
Raoul Ranieri, presidente di Assoindustria Alta Valle del Tevere: “L’attenzione alla legalità e al confronto su questi temi da parte dell’associazione in Alto Tevere, una zona che resiste anche in presenza di una crisi sistemica piuttosto forte, come quella attuale. Riteniamo importante quest’incontro, anche per diffondere la conoscenza della Fondazione e della sua attività”.
Mauro Smacchia, rappresentante di Confcommercio: “Siamo ancora un’isola felice ma sicuramente il Covid avrà ripercussioni sulla tenuta del tessuto economico. Da questo punto di vista sono molto importanti la prevenzione e l’intervento sia sugli anelli deboli della catena del credito sia su eventuali fenomeni”.
Giuliano Granocchia, presidente di Confesercenti Umbria: “In questi mesi di crisi più volte siamo intervenuti sul tema del rischio delle infiltrazioni, soprattutto a fronte dei processi che stanno interessando tutta l’economia locale. La Fondazione svolge un ruolo importante, registriamo le grandi difficoltà di piccoli e grandi operatori nell’ottenere anche piccoli finanziamenti dal sistema bancario con un effetto a catena molto pericoloso”.
Enrico Bianchini, commercialista e rappresentante del Comune nella Fondazione Umbria contro l’usura, ricordando le possibilità di tutela ed intervento della legge nei casi di usura e quelle della Fondazione, ha sottolineato “l’importanza di far conoscere le nuove norme, che spesso possono dare una mano concreta ad uscire da situazioni critiche e l’importanza di far conoscere la Fondazione e il ruolo che può svolgere specialmente se, a fronte della crisi Covid, la situazione dovesse mostrare maggiori criticità: la Fondazione può fare molto ed ha un grande potenziale da esprimere al servizio dei cittadini e della legalità”.
Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia: “Bene la commissione e che si parli di usura ma più in generale di legalità. Anche il Consiglio dovrebbe essere investito da queste problematiche. A noi è accaduto di essere denunciati per aver nominato un’azienda che compariva nella relazione di Gratteri, Procuratore Nazionale Antimafia. Anche questo è un elemento su cui il Consiglio deve riflettere”.
Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto: “Non si fa abbastanza. I ristori in Germania sono maggiori. Se non aiutiamo le persone queste possono finire nelle mani degli usurai. C’è chi ricorre all’usura per motivi seri e chi per motivi futili, chi per problemi reali e chi perché pensa di poter far fronte ai propri debiti. Dobbiamo tutelare le categorie più esposte”.
Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia: “L’usura è una grande piaga, ben più vasta di quello che noi pensiamo perché c’è gente insospettabile. La situazione locale è di 3 casi, secondo i vostri dati. Ma, come è stato detto, dove il fenomeno non si osserva o si osserva meno non è detto che non ci sia, ma solo che non emergono le denunce”.
Mirko Pescari, capogruppo del PD: “È necessario lavorare in sinergia e in questo senso, per indagare il possibile disagio che porta a ricorrere all’usura, sono molto importanti i dati dei servizi sociali, che fotografano la vulnerabilità anche economica. Dobbiamo riuscire inoltre ad avere una maggiore e più efficace interlocuzione con il sistema bancario: se anche misure con garanzia 100% non riescono ad arrivare alla fase dell’erogazione vuol dire che qualcosa non funziona. L’accesso al credito è un diritto. In quest’anno sono triplicati i depositi bancari: il risparmio dei cittadini può trasformarsi in un altro elemento critico?”.
Luciana Bassini, assessore alle politiche sociali: “I servizi sociali stanno registrando un aumento ed una differenziazione delle difficoltà anche in categorie che fino a prima del Covid riuscivano a tenersi fuori dalla soglia di povertà. È chiaro che insieme al bisogno cresce la vulnerabilità. In questo momento cerchiamo di dare risposte ma è chiaro che saranno necessari interventi più corposi a contrasto di quest’impoverimento”.
Ursula Masciarri, consigliere PSI: “C’è un’esigenza formativa ma anche divulgativa, che avrà mi auguro questa commissione. Nel mio lavoro di avvocato si ha una certa vicinanza con questa tematica ma non conoscevo la Fondazione come forse tante altre persone per cui un’informazione accurata potrebbe essere decisiva. Dato che il fenomeno è trasversale potremmo organizzare una giornata informativa rivolta ad imprese, professionisti, lavoratori dipendenti, eccetera”.
Vittorio Massetti, consigliere di Italia Viva: “La banca spesso non rispetta le normative a tutela di chi ha avuto qualche disavventura ma ha riparato e questo spesso spinge i soggetti a cercare possibilità di finanziamenti tra gli usurai. Questo modo di lavorare spinge molti disgraziati nelle mani degli usurai”.
LINK VIDEO:
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INTERVISTA 1: FAUSTO CARDELLA, PRESIDENTE FONDAZIONE UMBRIA CONTRO L’USURA
INTERVISTA 2: SINDACO LUCIANO BACCHETTA