
5 Dic 2019
Trenta anni di CEIS a Città di Castello: in realtà “30 anni di lotta alle dipendenze e di aiuto alle persone”, come hanno riassunto la loro storia Don Paolino Trani (fondatore e responsabile del Centro), l’amministratore Modesto Urbani, ed Alessandra Valeri, in rappresentanza dei 10 operatori attualmente in organico.
Sabato 7 dicembre alle ore 21 il trentennale verrà celebrato al Teatro degli Illuminati con la musica di Fabio Battistelli e Stefano Falleri, il teatro dei ragazzi del Ceis e la presenza del Cardinale Gualtiero Bassetti (presidente della CEI).
“In questi 30 anni – ha detto in sede di presentazione Don Paolino – sono passate per il Ceis circa 1.300 persone con un’età media tra i 25 ed i 50 anni, uomini in prevalenza, un terzo dei quali provenienti dal carcere. Sempre più spesso accogliamo stranieri. Non abbiamo dati sul successo di questo cammino, che è molto tortuoso e può non raggiungere mai punti di non ritorno. Non posso non ricordare la figura del sacerdote Enrico Trebalzini, che negli anni ’80 ebbe l’intuizione del Centro Solidarietà e Accoglienza di Arezzo, in seno al quale è nato e si muove il Ceis di Città di Castello. In 30 anni di Ceis ho celebrato 40 funerali, ci sono utenti che vanno e vengono periodicamente, altri invece che hanno ricostruito la loro esistenza ed ora hanno una famiglia ed un lavoro. Rispetto agli anni ’90 la droga non è sentita al livello di emergenza sociale, è per così dire normalizzata, se ne parla meno. La dipendenza è vissuta come una faccenda personale o al limite familiare. Avremmo invece bisogno di sentire la comunità vicina perché le droghe come eroina e cocaina ma soprattutto come l’alcolismo, a torto molto sottovalutato, non sono affatto in regressione. Il quadro dei nostri utenti è inoltre molto più complesso, perché la poliassunzione e le sostanze chimiche facilitano l’insorgenza di sindromi psichiatriche. Speriamo che il trentennale serva per riavvicinare le scuole, le associazioni ed i cittadini al servizio che svolgiamo e che crescano i volontari”.
Come funziona un Ceis
“Il nostro percorso – spiega Alessandra Valeri – si articolare in 3 fasi. La prima di accoglienza è residenziale e dura circa 4 mesi, rinnovabili. Per l’utente è il primo passo per uscire dalla dipendenza con la quale arriva da noi. Poi c’è uno step residenziale in comunità ad Arezzo ed infine la parte finale di reinserimento ancora da noi, con una presenza dalle ore 9 alle ore 17 nella struttura e 2 appartamenti in Via Trastevere, gestiti dal Ceis, in cui i ragazzi vivono. Il nostro è un mestiere difficile ed esaltante, con tanti momenti critici ed altri bellissimi”.
L’attesa di Alessandra e degli altri operatori è per lo spettacolo teatrale a cura di Gilda Foni che i ragazzi del Ceis metteranno in scena al Teatro degli Illuminati nella serata del trentennale: “Lo stiamo vivendo – afferma – come un vero e proprio esordio e per l’occasione sono tornati anche nostri ex utenti”.
Modesto Urbani ha sottolineato invece “l’impegno umano ed in termini di responsabilità per garantire che la permanenza nel Ceis sia un’esperienza positiva ed aiuti i ragazzi ad uscire da una spirale drammatica”. “Lavorare con le dipendente – ha detto – può essere provante non solo dal punto di vista del vissuto, ma anche da un punto di vista materiale: gli alloggi per il periodo di riabilitazione sono stati ceduti a titolo gratuito dalle Piccole Ancelle del Sacro Cuore e vengono mantenuti dal Ceis in autonomia. Ma è importante avere un luogo dove stare in tranquillità al termine della giornata”.
“Se torno indietro con la memoria – dice Don Paolino Trani – vedo tanti volti, indubbiamente più di un migliaio. All’inizio i ragazzi stavano in appartamenti con genitori e volontari che li assistevano a turno. La Diocesi ci offrì anche la canonica di Santa Maria del Popolo, dove tuttora stanno i ragazzi e le ragazze che sono in programma. Con il tempo l’entusiasmo è un po’ calato e i volontari hanno cominciato gradualmente a diradarsi. Il rapporto con i SerT, strutturato attraverso convenzioni, procede tra alti e bassi, anche per via dei finanziamenti delle Regioni che sono sempre in diminuzione. Ultimamente, nonostante la scarsità di lavoro, è sempre più complicato trovare persone disposte a lavorare nelle varie sedi. Per non parlare dei genitori che, quando ci sono, fanno tanta fatica a seguire i figli nei vari programmi di recupero. Ma noi siamo intenzionati a portare avanti la scelta di 30 anni fa, perché la droga non è finita, anzi è in crescita in tutte le fasce sociali e d’età”.
“Anche per questo – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Luciana Bassini – è importante esserci sabato 7 dicembre al Teatro degli Illuminati”.
Il programma della serata prevede l’intervento del presidente della CEI Cardinale Gualtiero Bassetti, delle autorità e del presidente del CSA di Arezzo e Città di Castello Sandro Balò, quindi alcune testimonianze dei ragazzi, poi la musica del maestro Fabio Battistelli e di Stefano Falleri ed a seguire il teatro a cura di Gilda Foni. Al termine un momento di convivialità nel Ridotto del Teatro.