MIGRANTI, REGOLARIZZAZIONE DI 207.542 DOMANDE. “ADESSO IL PIANO TRIENNALE CONTRO IL CAPORALATO” – MINISTRA BELLANOVA

MIGRANTI, REGOLARIZZAZIONE DI 207.542 DOMANDE. “ADESSO IL PIANO TRIENNALE CONTRO IL CAPORALATO” – MINISTRA BELLANOVA

24 Ago 2020

Regolarizzazione migranti, procedura sui rapporti di lavoro avviata a inizio giugno 2020. Agricoltura, lavoro domestico, assistenza alle persone. La ministra Bellanova guarda al Piano Triennale contro il caporalato, sempre nel 2020.

 

La ministra alle politiche agricole Teresa Bellanova, dopo aver minacciato le dimissioni, si emozionò nell’annunciare il compromesso di maggioranza di governo a metà maggio 2020. Un compromesso utile a combattere il caporalato nei campi, nell’agricoltura. La procedura inserita nel Decreto Rilancio si è conclusa dopo la proroga, inoltre dal Viminale sono arrivati i dati definitivi sulle richieste di regolarizzazione dei lavoratori stranieri. Ben 207.542 domande, in prevalenza di colf e badanti, in minoranza di braccianti impiegati nei campi.

 


In Lombardia il maggior numero di richieste di regolarizzazione dei lavoratori stranieri per il settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona, ben 47.357. La Campania è invece la regione con più richieste per lavoro agricolo: 6.962. I lavoratori stranieri provengono soprattutto da Ucraina, Bangladesh e Pakistan per il lavoro domestico e di assistenza alla persona. Invece, i braccianti agricoli in particolar modo da Albania, Marocco e India.

 

La lotta al caporalato               “I numeri raggiunti sono notevoli e confermano la bontà del percorso avviato, che adesso dovrà proseguire con il Piano Triennale contro il caporalato. Agevoleremo l’incrocio trasparente tra domanda e offerta di lavoro” – afferma la ministra alle politiche agricole Bellanova. Questo provvedimento del governo italiano mostra un dato in chiaroscuro, rispetto alle attese, sui braccianti agricoli. “I numeri esigui non dicono che non ci sia lavoro nero nei campi, ma che per farlo emerge serva altro, rispetto alla regolarizzazione. Solo dopo l’autunno 2020 sapremo se ci sarà stata davvero la carenza di braccianti a causa del coronavirus” – spiega Alberto Semeraro, segretario Flai Cgil Lombardia.

 

“Si tratta di una regolarizzazione fortemente limitata, che ha escluso a priori molti settori lavorativi con manodopera straniera: l’edilizia, la ristorazione, i servizi alle imprese, gli hotel. Un grande freno alle domande di regolarizzazione è stato l’elevato numero di circolari interpretative, arrivate quasi allo scadere dei termini. In primis, il versamento dovuto dai datori di lavoro per contributi previdenziali arretrati. Inoltre, molte domande non sono state inviate da patronati specializzati: ecco il rischio di truffe, di casi in cui il datore di lavoro, dietro compenso, prometteva di svolgere tutte le pratiche per la regolarizzazione, prima di sparire con i soldi. Sarebbe necessario che le persone entrate nel nostro paese con un permesso di soggiorno per turismo e che poi trovano un lavoro, possano convertire questo permesso in quello lavorativo. Pratica proibita ad oggi” – afferma Maurizio Bove, responsabile ufficio migranti Cisl Milano.

 

Infine la retorica del contagio da coronavirus d’importazione. Una situazione che prende di mira i migranti, mentre l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che bassissime percentuali dei contagi attuali arrivano dai migranti, con alte percentuali da concittadini che ritornano dai viaggi all’estero. Forte la xenofobia nel nostro Paese, con casi di aggressioni fisiche e insulti razzisti ai danni dei braccianti agricoli. “Contro tali casi di razzismo, va fatto un vero lavoro culturale. Parliamo non solo di braccia, ma anche di persone, con dignità e diritti. Servivano braccia nei campi ad aprile e maggio, nel picco della pandemia da coronavirus: nessun italiano si è mosso, neanche con garanzia anti contagio” – spiega Alberto Semeraro, segretario Flai Cgil Lombardia.

Michele Baldoni