
26 Nov 2020
CITTÀ DI CASTELLO – A Città di Castello se non c’è spazio, la scuola va in Pinacoteca. Nell’anno del Covid e del cinquecentenario di Raffaello, le classi della scuola primaria di Rignaldello da qualche giorno stanno facendo lezione in Pinacoteca, il museo che tra le altre opere preziose custodisce lo Stendardo Processionale del grande maestro rinascimentale, di cui quest’anno si sarebbe dovuto celebrare il Cinquecentenario della morte.
Gli spazi del plesso di Rignaldello non garantivano una didattica adeguata in sicurezza e la soluzione è stata quella di trasferirsi nel museo, che attualmente è chiuso per le stesse norme anti Covid.
“Non è mai capitato – commentano gli assessori alla cultura Vincenzo Tofanelli ed ai servizi educativi Rossella Cestini – ma chissà che in futuro non diventi una prassi, anzi una best practise. Abbiamo accolto con entusiasmo questo progetto sperimentale, consapevoli che il patrimonio dell’ente può esser messo a disposizione della comunità in questo periodo di emergenza favorendo attività innovative e garantendo la sicurezza e la salute nello svolgimento delle attività didattiche. Per i bambini poi sarà un’esperienza anche molto emozionale, che speriamo li formi in modo positivo al loro rapporto con l’arte e con la bellezza. Di certo il museo per loro non sarà un corpo estraneo, ma parte della loro quotidianità e della loro storia”.
Scuola pilota per i nuovi ambienti di apprendimento “Indire”, non poteva che essere il 1° Circolo didattico “San Filippo” ad avere quest’idea: “Il corpo docente e tutto il personale – dichiara il direttore del 1° Circolo didattico Massimo Belardinelli – hanno accolto con entusiasmo questa sfida per garantire la scuola quanto possibile in presenza. Crediamo fermamente che oggi più che mai sono necessarie soluzioni nuove a problemi nuovi e come comunità scolastica abbiamo le professionalità da mettere in campo per garantire alle famiglie ed alla didattica soluzioni innovative”. Mercoledì 25 novembre, in concomitanza con la “Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne”, la maestra Carla Orbi dalla sua aula ospitata nell’aula nuova della Pinacoteca ha affrontato questo tema di forte attualità.
“Per ora – spiega Giuliana Zerbato, dirigente del Servizio Musei ed Istruzione del Comune di Città di Castello – per 3 giorni continuativi a settimana la classe diventa il Museo: le attività curricolari si integrano con la cultura e la storia del Museo e dai libri di scuola si passa all’esperienza concreta. Il nuovo regolamento sull’utilizzo dei beni patrimoniali pubblici si sta rivelando un ottimo strumento di gestione dei beni in questi tempi difficili, nei quali il distanziamento e la necessità di grandi spazi per svolgere attività in presenza diventano imperativi imprescindibili. Quest’esperienza pilota, una delle prime nel suo genere in questo particolare momento, accoglie le sollecitazioni che Governo nazionale e Regioni hanno emanato con propri decreti ed ordinanze: aprire nuovi spazi ed utilizzare tutto il patrimonio esistente a favore della collettività, per superare presto questa difficile stagione di emergenza. Teatri, cinema e biblioteche possono rappresentare spazi polivalenti per le scuole ed istituti della città. Grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale “Il Poliedro” che da anni ha in gestione le strutture museali della città il progetto è diventato realtà ed è destinato a far scuola”.
LINK VIDEO SCUOLA IN PINACOTECA:
https://cloud.comune.cittadicastello.pg.it/index.php/s/SP5CnmRDBz6mr95
INTERVISTA 1: ROSSELLA CESTINI, ASSESSORE ALLA SCUOLA
INTERVISTA 2: VINCENZO TOFANELLI, ASSESSORE ALLA CULTURA
INTERVISTA 3: MASSIMO BELARDINELLI, DIRIGENTE 1° CIRCOLO SAN FILIPPO
INTERVISTA 4: CARLA ORBI, INSEGNANTE
PINACOTECA COMUNALE
Palazzo Vitelli, che ospita al suo interno la Pinacoteca comunale riaperta al pubblico nel 1995, si trova in Via della Cannoniera, nel centro di Città di Castello, vicino alle mura urbiche. La sobria architettura rinascimentale dell’edificio è arricchita sulla facciata verso il giardino da eleganti monocromi di Cristoforo Gherardi su probabile disegno di Giorgio Vasari e da un portico con soprastante loggia, al cui interno ha trovato sistemazione la raccolta di sculture, tra cui un nucleo di terrecotte di Andrea Della Robbia. Allo stesso Gherardi spetta parte dell’apparato decorativo delle sale interne, alla cui realizzazione partecipò anche Cola dell’Amatrice. Suddivisa in 26 sale, cui si aggiungono ulteriori spazi espositivi dedicati a mostre temporanee, la pinacoteca comprende opere dal XIV al XX secolo, gran parte delle quali acquisite alla pubblica proprietà in seguito alle demaniazioni postunitarie. Testimoniano la vitalità artistica dell’area, al centro di importanti vie di comunicazione e di scambi culturali tra aree diverse, pregevoli opere di artisti in gran parte forestieri quali Raffaello, Luca Signorelli, Domenico Ghirlandaio, Andrea Della Robbia, Lorenzo Ghiberti, Antonio Vivarini, Raffaellino del Colle, Pomarancio e Santi di Tito. In ambienti inaugurati nel 2006 trovano sede 3 importanti donazioni: la gipsoteca dello scultore tifernate Elmo Palazzi (1871-1915), una collezione di bronzi realizzati da Bruno Bartoccini (1910- 2001) e la collezione Ruggieri, che raccoglie una ventina di quadri di artisti italiani del ‘900. Nelle sale al piano seminterrato è gratuitamente visitabile un’ampia collezione malacologica. Il mobilio esposto nelle diverse sale della Pinacoteca non apparteneva all’arredamento originale del Palazzo, ma fa parte della donazione che Elia Volpi, responsabile dell’ultimo restauro dell’edificio e proprietario, fece al Comune di Città di Castello nel 1912. Tavoli cinquecenteschi di fattura tipicamente umbra o di provenienza conventuale, serie di sedie e seggioloni sei-settecenteschi ne sono un esempio.
LA MOSTRA SU RAFFAELLO GIOVANE
Saranno in totale 6 le opere di Raffaello che saranno esposte nella mostra “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo”, in programma da 27 marzo al 30 maggio prossimi nella Pinacoteca comunale. A Città di Castello l’artista dipinse lo Sposalizio della Vergine e sempre qui ha lasciato lo Stendardo processionale della Santissima Trinità. In occasione della mostra sarà inoltre ricomposta la Pala di San Nicola, prima opera firmata dall’artista urbinate. Una novità assoluta è costituita dal fatto che dalla mostra in poi il Gonfalone di Raffaello ed il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli si troveranno all’interno della stessa sala. La mostra, che toccherà l’Umbria nel 2021, ha già affrontato prestigiose tappe come quella di Urbino e delle Scuderie del Quirinale; si tratta dell’unica esibizione in Umbria ad essere finanziata dal Comitato nazionale per il Cinquecentenario.
La mostra è a cura di Marica Mercalli (Direttore generale per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del MiBACT) e Laura Teza (Professore associato di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Perugia).