IL MUSEO DI SAN FRANCESCO HA RIAPERTO LE PORTE AL PUBBLICO

IL MUSEO DI SAN FRANCESCO HA RIAPERTO LE PORTE AL PUBBLICO

25 Giu 2020

MONTONE – Il Museo di San Francesco ha riaperto le porte al pubblico dopo il periodo di chiusura forzata, causa emergenza sanitaria.

“Accogliamo i visitatori – spiega Elisa Minchielli, responsabile di “Sistema Museo” che gestisce il Museo – nel completo rispetto di tutte le vigenti norme in materia di sicurezza ed igiene anti Covid-19, con cartellonistica adeguata alle esigenze di visita e stazioni con gel igienizzanti in più punti del percorso espositivo. Il Museo è dotato di un protocollo di sicurezza che stabilisce le modalità di accesso, consentito solo con l’uso di dispositivi di protezione individuale e regolato per mantenere il distanziamento. L’ingresso è vietato ai visitatori con sintomi influenzali. Il percorso di visita è definito e segnalato: ciò consente il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro”.

Il Museo nel mese di giugno sarà aperto il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.30, mentre nei mesi mesi di luglio, agosto e settembre sarà visitabile, oltre al sabato ed alla domenica, anche il venerdì, sempre negli stessi orari. È inoltre possibile effettuare visite fuori dall’orario di apertura su prenotazione.

Tutte le informazioni sono disponibili sui siti

www.umbriaterremusei.it

www.sistemamuseo.it

e per ulteriori precisazioni si può telefonare al n. 075/9306535 oppure scrivere una mail all’indirizzo montone@sistemamuseo.it

 

PER SAPERNE DI PIÙ, CURIOSITÀ SUL MUSEO DI SAN FRANCESCO

Il complesso museale ha sede nella chiesa e nel convento di San Francesco. Da un monumentale chiostro si accede all’interno della chiesa, dove sono conservate tracce di affreschi risalenti al XIV-XVI secolo. La Pinacoteca ospita, tra le opere più prestigiose, il gruppo ligneo del XIII secolo rappresentante la Deposizione e il gonfalone di Bartolomeo Caporali raffigurante la Madonna della Misericordia.

 

CHIESA DI SAN FRANCESCO

Fondata intorno al 1300, la sua tipologia è quella tipica delle architetture degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate. Intorno al 1500 alla parete nord dell’edificio fu addossata la parte ampliata del convento. La chiesa rappresenta il nucleo centrale del museo, conservando al suo interno numerosi affreschi prevalentemente a carattere votivo. I brani sopravvissuti degli affreschi più antichi, databili alla seconda metà del Trecento, fanno pensare che subito dopo l’edificazione della chiesa si pose mano ad un ampio intervento decorativo. Gli esiti più alti della decorazione della chiesa spettano però al secolo successivo, quando l’edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che generosamente contribuirono al suo abbellimento, fornendola di altari, suppellettili e dipinti. Nella chiesa sono presenti anche pregevoli opere lignee, quali il bancone dei magistrati con motivi ad intarsio ispirati alle “grottesche”, il coro ligneo e il pulpito.

 

PINACOTECA COMUNALE

La raccolta comprende un gruppo di dipinti datati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti dalle chiese di Montone, testimoni dei rapporti del borgo con Perugia e Città di Castello. La Deposizione lignea è tra le opere di maggior pregio: i 4 componenti di cui è composta facevano forse parte di un gruppo di 5 figure, con Cristo, la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Fra le tele seicentesche la più notevole è quella raffigurante Sant’Antonio di Padova con il Bambino. La famiglia cui fu legata la fama di Montone è illustrata nei due alberi genealogici che rappresentano la discendenza Fortebracci. Consistente e degna di nota è la cospicua raccolta di opere tessili, varie nei materiali e nei colori, eseguite con tecniche elaborate e fantasiosi motivi floreali. Si tratta di paramenti e apparati liturgici.

 

SEZIONE ARCHEOLOGICA

La sezione archeologica raccoglie testimonianze di un ritrovamento di una villa romana del II secolo d.C. nei pressi di Santa Maria di Sette. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce numerosi frammenti di tegole e coppi, pezzi di dolia e di anfore, frammenti di ceramica nera, una bella moneta d’argento, tessere di mosaico in marmo nero. Dai dati raccolti si può pensare che si trattasse di una villa servile di dimensioni medio-grandi, che si sviluppava a mezza costa con una serie di terrazzamenti e di proprietà di un ricco ed illustre personaggio di cui purtroppo non si conosce il nome.