LA REPLICA HIGH TECH DELLO “SPOSALIZIO DELLA VERGINE” DI RAFFAELLO RICOLLOCATA NELLA SUA SEDE ORIGINARIA A CITTÀ DI CASTELLO

LA REPLICA HIGH TECH DELLO “SPOSALIZIO DELLA VERGINE” DI RAFFAELLO RICOLLOCATA NELLA SUA SEDE ORIGINARIA A CITTÀ DI CASTELLO

29 Dic 2020

CITTÀ DI CASTELLO – È un intervento di ricontestualizzazione storico-artistico inedito quello che il 23 dicembre ha visto protagonista uno dei grandi capolavori della storia dell’arte, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello.

Nella Chiesa di San Francesco di Città di Castello è stata infatti ricollocata nella sua sede originaria una replica high tech dell’opera realizzata dall’Urbinate nel 1504 proprio per questo luogo, da cui venne rimossa nel 1798.

La stessa cornice dell’epoca, restaurata per l’occasione, ha così accolto, 222 anni dopo, il perfetto clone della tavola, frutto di sofisticati processi di acquisizione e stampa 3D d’avanguardia, capaci di rappresentare fedelmente la pennellata materica di Raffaello, le linee di costruzione, i cretti e tutte le caratteristiche dell’originale, oggi conservato ed esposto alla Pinacoteca di Brera, a Milano. Qui l’opera è stata protagonista della campagna di acquisizione dell’immagine digitale tridimensionale realizzata da Haltadefinizione, tech company del gruppo Franco Cosimo Panini Editore a cui si deve quest’operazione (un dono alla comunità tifernate e all’Umbria) che giunge a chiudere il 2020, anno delle celebrazioni per il Cinquecentenario di Raffaello, anticipando la mostra nazionale “Raffaello giovane e il suo sguardo” in programma a Città di Castello nel marzo 2021.

La riproduzione tridimensionale dello Sposalizio della Vergine è il risultato dell’elaborazione di una speciale immagine digitale in “gigapixel+3d”, tecnica sviluppata da Haltadefinizione che consente di ottenere esemplari digitali ad elevata risoluzione dei dipinti. Tramite l’unione e l’elaborazione di una grande quantità di singoli scatti fotografici a porzioni del medesimo soggetto (in questo caso 4.250 fotogrammi) ricomposti grazie a speciali algoritmi, si ottengono immagini dettagliatissime, costituite da miliardi di pixel e in grado di carpire e donare all’occhio anche i particolari più impercettibili di un quadro. Il procedimento utilizzato, sviluppato dal partner tecnologico Memooria, consente inoltre di rilevare la matericità dell’opera, di farne cioè una sorta di calco digitale che ne restituisce un’impronta tridimensionale da cui viene realizzato un processo di stampa innovativo capace di duplicare fedelmente la superficie pittorica in termini fisici e cromatici, dando forma ad un vero e proprio clone, visivamente identico all’originale.

È grazie a questo procedimento esclusivo che è stato possibile generare il gemello in high definition dello Sposalizio della Vergine collocato il 23 dicembre nella Chiesa di San Francesco, a Città di Castello: a chi varcherà il suo portale sarà d’ora in poi resa una prospettiva del tutto analoga a quella che un visitatore della chiesa poteva cogliere nel ‘500.

Un’iniziativa realizzata con la collaborazione dell’amministrazione comunale e della Regione Umbria e con l’autorizzazione del FEC – Fondo Edifici di Culto (proprietario della chiesa), impreziosita dall’evento inaugurale ideato e curato dal regista Giuseppe Sterparelli, con la facciata gotica della chiesta animata dalla proiezione delle immagini in ultra-definizione del dipinto e l’accompagnamento musicale della sinfonia del compositore Salvatore Sciarrino, modulata dalla Deuxième année de Pèlegrinage di Franz Listz e dedicata proprio allo “Sposalizio” di Raffaello.

Al seguente link è disponibile la cartella stampa integrale, con i testi di approfondimento, la galleria fotografica ed immagini video:

https://drive.google.com/drive/folders/177W_OchlwEMpXTWS7puMwyZLcuySL565?usp=sharing