
4 Feb 2021
CITTÀ DI CASTELLO – “I dati di martedì ci parlano di 13 nuovi positivi al Covid-19 a Città di Castello, sempre troppi, e di 15 persone guarite”. È quanto reso noto dal sindaco Luciano Bacchetta, che sottolinea: “Continuiamo a registrare un dato che non ci piace, cioè il numero piuttosto alto di nuovi postivi che conferma come la circolazione del virus sia intensa e richieda la massima prudenza specialmente in ambito familiare dove è maggiore la sua diffusione statistica anche in questo momento, mentre l’altissimo numero di guariti abbassa fortunatamente la percentuale di positivi nella nostra città, che è in fondo alle graduatorie umbre per incidenza del contagio”. “In Umbria – prosegue Bacchetta – pare sia arrivata anche la variante brasiliana del Coronavirus, che sarebbe più velocemente trasmissibile, nel contesto di una situazione regionale purtroppo brutta. Per 31 comuni, tra cui realtà molto importanti a cominciare dal capoluogo di regione, c’è stata l’applicazione della zona rossa, mentre il resto del territorio è rimasto in zona arancione. Il dato vero è che Città di Castello potrebbe anche rientrare in un’altra fascia, visti i numeri dei positivi che sono al di sotto dei 200. Se i dati umbri diventassero simili a quelli che ha Città di Castello oggi, probabilmente potremmo aspirare ad una zona gialla”.
Il primo cittadino ha aggiornato anche la situazione dell’Asp “Muzi Betti”: “Nella residenza – ha spiegato – si stanno effettuando i tamponi a scopo prudenziale sugli ospiti finora negativi ed è ripreso il servizio di fisioterapia. Si tenta di ridare un barlume di normalità alla vita della nostra casa di riposo, che ha dato un segnale importante, va sottolineato, perché non è mai stata chiusa nemmeno nel periodo in cui il focolaio del Covid-19 era più consistente e forte, mentre altrove quasi tutte le strutture analoghe hanno chiuso. Come anticipato, stiamo lavorando alla richiesta di un aumento delle rette a supporto delle esigenze della struttura, ma pagato dalla Regione, non certo dai parenti e dagli ospiti, perché non sarebbe giusto, né possibile, in un momento come questo”,
Bacchetta ha quindi annunciato che “è stata individuata la prima sede per l’avvio della vaccinazione di massa della popolazione dell’Alta Valle del Tevere, delle due che l’Usl Umbria 1 ci ha richiesto come Comune capofila a sud e nord del nostro territorio per essere più funzionali rispetto a tutti gli altri centri del comprensorio”. “Voglio ringraziare moltissimo la Pro Loco di Trestina, il suo presidente e il suo vicepresidente, persone squisite che, come avevamo richiesto, ma tuttavia senza alcun obbligo, hanno messo a disposizione la struttura del Cva per la vaccinazione degli ultraottantenni. Gli stessi responsabili dell’Usl Umbria 1, che hanno effettuato un sopralluogo insieme al Comune, tengano a ringraziare la Pro Loco per la sensibilità, la gentilezza e la disponibilità dimostrate. Questo è davvero un bel segnale, perché nella vicenda del Covid iniziata a marzo la nostra comunità, a parte qualche sbavatura, qualcuno che non ha rispettato regole e prescrizioni, è stata assolutamente all’altezza della situazione ed è stata in grado di adeguarsi alle norme, dare risposte e manifestare un grande senso di responsabilità, per cui mi sento di ringraziare davvero tutti, anche le Pro Loco, tra cui quella di Trestina ultima solo in ordine temporale, che hanno dato veramente un’importante testimonianza di essere in prima linea nel volontariato”.