
4 Feb 2021
CITTÀ DI CASTELLO – Alla presenza del funzionario di zona della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria dott.ssa Maria Brucato proseguono le delicate operazioni di pulizia del Riccio di Pastorale, uno dei più preziosi capolavori di oreficeria conservati al Museo diocesano di Città di Castello: lunedì 1° febbraio il funzionario era al Museo per sovrintendere agli interventi.
“Il Pastorale – ricorda Catia Cecchetti, direttrice del Museo Diocesano – è un esempio di arte orafa senese del 1324 circa attribuito al senese Goro di Gregorio. Dal 2.000 è conservato nella sala II del Museo e faceva parte della collezione ancora prima dell’ampliamento dei locali museali; va ricordato che negli anni ‘70 fu trafugato, ritrovato in modo fortuito e riconsegnato da un concittadino. Il manufatto è ancora oggi oggetto di studio sia per quanto riguarda l’attribuzione che la datazione: ne parlano sottolineandone la preziosità studiosi locali quali Giovanni Magherini Graziani e Corrado Rosini, ma anche storici dell’arte e dell’oreficeria di indiscussa fama quali M. Salmi, U. Gnoli e P. Toesca.
È stato allestito il laboratorio a piano terra nella sala dove l’opera è conservata e qui vengono effettuate in sicurezza, secondo le attuali normative anti Covid ed a museo chiuso, le operazioni di pulizia ordinaria e patinatura degli smalti affidate all’orafo tifernate Sergio Bartoccioni ed ai figli Riccardo ed Andrea. La loro bottega orafa vanta un’antica tradizione nella nostra città: il manufatto fu infatti già sottoposto in passato ad un loro accurato intervento. La procedura di pulizia ordinaria dell’argento è stata ritenuta quantomai necessaria e le operazioni sono state avallate dall’Ufficio Beni culturali della Diocesi, dal suo direttore Gian Franco Scarabottini e naturalmente volute dal Vescovo Mons. Domenico Cancian– Il presule, nel ricordare la funzione pastorale di quest’opera usata dai vescovi come simbolo e guida del loro gregge, intende ringraziare per la sensibilità dimostrata il finanziatore dell’operazione ovvero il Rotary Club Città di Castello ed in modo particolare il suo presidente dott. Alessandro Leveque, che non ha mancato di seguire le varie operazioni: per il sodalizio, al sopralluogo erano presenti Scarabottini e Vittorio Sgaravizzi.
La dott.ssa Brucato ha voluto ricordare in questo sopralluogo la preziosità del manufatto, la delicatezza della voluta e delle statuine dell’Angelo, della Madonna e del Vescovo inginocchiato, oltre alla bellezza degli smalti che impreziosiscono le figure di Santi e degli animali fantastici lavorati a traslucido.
“Il Riccio di Pastorale – precisa infine Catia Cecchetti – nel 1434 era custodito da Meo de’ Fucci che ne concesse l’uso al vescovo Sinibaldo (Giovanni Magherini Graziani, L’Arte a Città di Castello, 1897, pag. 310). Molti sono ancor oggi gli interrogativi legati alla provenienza del manufatto, alla sua datazione e all’autore: per questo si sta lavorando ad un appuntamento scientifico che possa contribuire ad accrescere ulteriormente il valore scientifico e favorire la ricerca di questo capolavoro che la nostra città e la Diocesi tifernate ha la fortuna di possedere”.